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IL RAPPORTO CON I GENITORI

Il rapporto tra genitori e figli è un tassello fondamentale per la crescita psicologica di un individuo. La relazione genitore-figlio è il fulcro su cui il bambino, e in seguito l'adolescente, costruisce il suo rapporto con il mondo e con gli altri e su cui si strutturano nel tempo le caratteristiche della sua personalità, le strutture relazionali, le risorse cognitive ed emotive, la propria autostima.

A volte però il rapporto genitori-figli diventa complicato, non si riesce a fare a meno di litigare e di vivere dei momenti di incomprensione.

Quando lo scambio tra genitori e figli è caratterizzato da persistente conflittualità e da intensa disarmonia tra l’espressione dei bisogni e delle emozioni reciproche, il bambino o l'adolescente può non sentirsi sufficientemente amato, non riuscire a sviluppare un atteggiamento fiducioso nelle proprie possibilità e confidente nel rapporto con gli altri, e può non arrivare a costruire un’immagine di sé positiva nel presente e nel futuro.

Spesso i problemi insorgono quando la comunicazione diventa disfunzionale e conflittuale, specie nell'adolescenza.

L’adolescenza è una fase cruciale nella crescita dell’individuo. Se fino a ieri la madre e il padre erano le figure di riferimento assoluto, ora le stesse persone sembrano messe in discussione. L’adolescente inizia a percepire le fragilità, i punti deboli e i limiti degli adulti, i quali prima sembravano invincibili, e li attacca in un’affermazione di autonomia. Ogni ragazzo mette in discussione e rivaluta in chiave personale norme, regole, insegnamenti e prescrizioni dei genitori, con lo scopo di emanciparsi e rendersi autonomo, assumendo una sua identità precisa, conservando comunque dentro di sé quello che ha interiorizzato fino a quel momento.

 

L’adolescenza è una fase di rivendicazione; ciò che viene attaccato non è il genitore in sé ma la funzione che esso ricopre.

Questo cambiamento, a volte brusco e rapido, viene vissuto con un senso di disorientamento anche dai genitori che solo poco prima conoscevano perfettamente sentimenti ed esigenze dei loro figli. La reazione più comune, oltre alla difficoltà di accettare la trasformazione, è una percezione di esclusione da un mondo segreto e interiore degli stessi bambini e bambine che sembravano non avere misteri. 

Come migliorare il rapporto tra genitori e figli?

Ogni relazione può essere migliorata e avere un buon rapporto genitori-figli all'insegna dell'indipendenza ma anche dell'affetto e stima reciproca è possibile.

La comunicazione costituisce un aspetto fondamentale su cui "lavorare"

Ma cosa significa comunicare?

Comunicare vuol dire rendere partecipi gli altri del proprio modo di vedere la realtà e di percepire emozioni e sentimenti.

 

Comunicare significa scambiare i propri mondi personali, riuscendo ad ascoltare l’altro e rispettando il suo punto di vista

Comunicare con un adolescente è spesso un’impresa ardua ed i genitori tendono spesso a parlare troppo o troppo poco. Bisogna tenere a mente che parlare non ha l’obiettivo di cambiare l’altro, ma semplicemente di conoscere la realtà dell’interlocutore e di condividere un obiettivo comune.

 

L’obiettivo principale è quello di favorire la comprensione reciproca e migliorare la relazione interpersonale

Se la conflittualità non si risolve nel breve periodo o se essa è molto "esplosiva" il supporto di uno psicologo può essere fondamentale nel promuovere una risoluzione sana dei conflitti. Lo psicoterapeuta aiuta l’adolescente a mettere in parola e fare uscire emozioni, pensieri, sogni e desideri che sono spesso vissuti come segreti o inaccettabili. Aiutare il giovane a diventare protagonista della propria vita mette le basi per una maturazione più libera da conflitti e confusioni.

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