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LEADERSHIP

La leadership è la capacità di articolare in modo esplicito e condiviso una tabella di marcia e di motivare gli altri a concentrare i loro sforzi sul raggiungimento dell’obiettivo desiderato.
In altre parole, un leader è colui che conosce la strada, va per quella strada, e la indica.

Il leader ha la capacità di identificare i bisogni e mettere a punto piani d'azione per raggiungere gli obiettivi prefissati.
 

Il leader sa articolare chiaramente i problemi e porta i propri collaboratori ad identificare e ad affrontare le preoccupazioni.
 

Il leader riesce a creare una visione e un senso di comunità tali da ispirare gli altri alla grandezza.
 

Il leader è in grado di sviluppare il meglio dai suoi membri del team; la leadership è ciò che riguarda "noi" e non "me".
 

La leadership è erroneamente percepita solo come una capacità innata mentre indica esperienza, apprendimento e sviluppo.

Come diventare leader?

Saper guidare è un’abilità importante per chi lavora in gruppo. Che si tratti della direzione un’impresa o della necessità di motivare i colleghi, essere capaci di ispirare e dirigere è fondamentale per raggiungere qualunque obiettivo.
 

Sono state individuate due distinte reti neurali che concorrono ad una buona leadership.
 

Il primo sistema chiamato “task positive network” ha a che fare con le reti neurali che riguardano la risoluzione di determinati problemi: focalizzazione dell’attenzione, capacità di prendere decisioni, capacità di continuare a lavorare in situazioni di stress.
 

Il secondo sistema chiamato “default mode network” ha a che fare invece con i comportamenti etici, sociali, con le nostre capacità empatiche e di relazionarsi agli altri.

 

Obiettivo di un buon leader è saperli usare entrambi, ma soprattutto passare velocemente da un sistema all’altro a seconda delle situazioni.


 

Talvolta, il successo o il fallimento di un’azienda dipendono dall’efficacia con cui i leader assolvono alla fondamentale funzione emotiva. 

Quando un leader orienta le emozioni in senso positivo e sa far emergere il meglio da ognuno, i collaboratori lavoreranno in un clima sereno e con motivazione, certi del supporto tecnico ed emotivo del proprio leader.
 

Quando invece un leader orienta le emozioni in senso negativo, si crea una condizione che mina le fondamenta emotive necessarie alla piena realizzazione di ogni individuo. Ad esempio, emozioni come la costante irritazione, l’ansia o il senso di inutilità costituiscono potenti fattori di disturbo a livello professionale, poiché “sequestrano l’attenzione” distogliendola dai compiti lavorativi. Inoltre, una persona emotivamente alterata ha difficoltà a riconoscere emozioni altrui: la principale abilità necessaria per l’empatia vien così ridotta e le capacità sociali risultano compromesse.
 

Se non riusciamo a padroneggiare emozioni negative, troviamo delle soluzioni per difenderci da tali vissuti. Le difese organizzative non padroneggiate si rivelano anti-task, distolgono l’attenzione e compromettono il compito pur di allontanare ansia e disagio e quindi sono estremamente costose in termini economici e di tempo. Per esempio: isolamento, abbandono del gruppo o del compito (burnout, malattie psicosomatiche, elevati turnover), resistenze al cambiamento (sabotaggio del compito, svalutazione), diffusione della responsabilità, ossessività e irrigidimento nei controlli delle procedure.
 

Questi processi possono generare sofferenza disagio nelle persone che lavorano all’interno e influiscono negativamente sul clima e sul compito primario la produttività dell’organizzazione.
 

La psicoterapia può aiutarti a gestire queste difficoltà e implementare le tue doti di leadership.

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