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DISTURBO OSSESSIVO COMPULSIVO

In Italia, sono circa 800.000 le persone colpite dal Disturbo Ossessivo Compulsivo. Colpisce circa il 2-2,5% della popolazione generale: significa che su 100 persone, 2 o 3 svilupperanno nell’arco della propria vita il disturbo. Se ci si concentra sulla popolazione giovanile tra i 15 ed i 18 anni allora la prevalenza appare aumentare fino al 3%.

Il Disturbo Ossessivo Compulsivo è caratterizzato dalla presenza di ossessioni e compulsioni.

Le ossessioni sono pensieri, immagini mentali o impulsi che si manifestano ripetutamente nella mente di una persona e sono percepiti come sgradevoli ed intrusivi. Il contenuto di questi pensieri, immagini o impulsi può variare:

  • preoccupazioni di contaminazione da germi, escrementi, virus, sostanze chimiche o di contrarre una malattia (“Potrei infettarmi con il virus Hiv se tocco la porta del bagno dell’Ospedale”)

  • pensieri di controllo per paura di essere responsabile, per propria negligenza, di eventi terribili come ad esempio, incendi o furti, di poter far del male a se stesso o alle altre persone ("Ho dimenticato di chiudere la manopola del gas”)

  • pensieri sessuali o immagini (“E se fossi omosessuale?”, “E se diventassi uno stupratore?”, “E se mi piacessero i bambini?”)

  • pensieri religiosi o immagini (possono vedere immagini di se stessi mentre commettono un peccato o vedere immagini erotiche di una figura religiosa)

  • pensieri sulla simmetria e l'ordine (“I miei capelli sono perfettamente allineati?” “Le lenzuola sono perfettamente piegate?”)

  • dubbi persistenti rispetto ai sentimento provati verso il partner (“E se non lo amassi più?”, “E’ la relazione giusta per me?”)

Le compulsioni, dette anche rituali, sono invece dei comportamenti ripetitivi  o delle azioni mentali messi in atto per ridurre il senso di disagio e l’ansia provocati dai pensieri ossessivi. I più comuni sono:

  • lavaggio continuo delle mani o altre parti del corpo

  • ordinare oggetti o mettere in simmetria oggetti

  • controllo frequente delle serrature delle porte, delle finestre, interruttori della luce, prese elettriche, rubinetti del gas

  • evitare contatti con oggetti di uso quotidiano come lavandini, bagni, maniglie delle porte

  • accomodare senza che ve ne sia bisogno i contenuti di cassetti, scaffali, ripostigli, armadietti

  • dire preghiere ripetutamente per assicurasi che non si commetteranno azioni inaccettabili, inappropriate o immorali

Come si cura il Disturbo Ossessivo Compulsivo?

Le linee guida internazionali indicano nella terapia farmacologica e nella terapia cognitivo-comportamentale i trattamenti più efficaci. La terapia cognitivo comportamentale negli studi di esito appare superiore a qualsiasi altra forma di trattamento psicoterapico, se si considera la riduzione della sintomatologia, la stabilità del cambiamento, gli effetti collaterali, il rapporto costi-benefici, il miglioramento clinico.

La terapia cognitivo-comportamentale è finalizzata a breve termine a ridurre la quantità e la frequenza dei sintomi e, più a lungo termine, a rendere il soggetto meno vulnerabile ai temi e ai meccanismi cognitivi che hanno contribuito alla genesi e al mantenimento del disturbo.

La tecnica elettiva nel trattamento è l’Esposizione con Prevenzione della Risposta.  

L’esposizione, in particolar modo, consiste nel mettere un soggetto in contatto con uno stimolo o situazione che elicita disagio per un lasso di tempo maggiore a quello che il soggetto normalmente tollera. Ad esempio si chiede ad un soggetto che ha tra i suoi sintomi quello di evitare di toccare le maniglie delle porte, di toccare una maniglia e di mantenere il contatto per 2 minuti.

Di solito l’esposizione si svolge con una modalità graduale, iniziando con i compiti più facili e procedendo con quelli più difficili. I cambiamenti, infatti, devono avvenire un passo alla volta, e sempre secondo il ritmo del paziente.

La prevenzione della risposta consiste, invece, nel bloccare i rituali  normalmente messi in atto dal paziente dopo il contatto con la situazione temuta. Il comportamento viene bloccato per un tempo maggiore rispetto quello in cui il paziente è “naturalmente” capace di procrastinare la risposta. Riprendendo l’esempio precedente, si chiede al paziente di non lavare le mani dopo aver toccato la maniglia per un’ora. Dopo l'esposizione ripetuta senza le compulsioni, i pazienti imparano che la loro ansia è irrazionale e che le loro peggiori paure.

Anche la Mindfulness è una tecnica utile nel trattamento del Disturbo Ossessivo Compulsivo. Essa ci aiuta a diventare consapevoli del fatto che le ossessioni sono solo dei contenuti mentali e non corrispondono alla realtà. Inoltre, come tutti i fenomeni mentali, sorgono, occupano per un po’ il nostro spazio mentale e, se non vi rimaniamo intrappolati, prestando loro eccessiva attenzione, svaniscono.

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